Psicologia della Voce e del Canto-Libro
Dalle Neuroscienze alle Applicazione Cliniche
Autore Francesca Galvani
Il manuale di Psicologia della Voce e del Canto nasce da una mia passione. Amavo cantare fin da bambina e da adulta mi sono spesso chiesta come la voce possa essere veicolo delle nostre emozioni e della nostra identità, di come possa aiutarci a far valere le nostre idee e le nostre opinioni. Perché cantare fa stare meglio? Perché di fronte ad un pubblico ci vergogniamo e facciamo più fatica a cantare o, addirittura, a parlare? Perché le nostre voci sono così diverse una dall’altra? Perché la voce della madre calma il bambino? Queste e altre domande mi hanno spinto a studiare e raccogliere i risultati di ricerche che autori e scienziati internazionali afferenti a diverse discipline hanno svolto.
Il libro inizia con una introduzione sulla storia del canto come strumento terapeutico, dall’uomo primitivo fino ai giorni nostri, e sui significati della voce raccolti nei miti e nelle favole occidentali.
Il libro è suddiviso in due parti: una teorica e una applicativa.
I primi capitoli sono incentrati sulla psicologia della voce e toccano tutti gli aspetti che trapelano dalla voce: le emozioni, la prosodia, l’identità di genere, i tratti di personalità e i disturbi psicologici. Inoltre, vengono riassunti i meccanismi del sistema nervoso autonomo e le aree cerebrali implicati nell’ascolto e nell’emissione della voce. Si conclude ripercorrendo lo sviluppo vocale dalla gestazione all’invecchiamento passando attraverso la muta vocale dell’adolescente, in cui si parla dell’importanza della voce nella relazione madre-bambino e della crisi che comportano i cambiamenti della voce.
Prima di passare ai capitoli sulla psicologia del canto, ecco il capitolo “Intermezzo” scritto dalla collega Laura Casetta, che sottolinea l’importanza della musica e dell’evoluzione del linguaggio.
Nei capitoli successivi si trattano temi quali le emozioni espresse attraverso il canto, compreso il senso di appartenenza, la coesione di gruppo e il raggiungimento del benessere; le basi neurologiche del canto dal bambino alle complesse mappe cerebrali dei cantanti esperti; il canto nella relazione madre-bambino, dalle ninne nanne alle canzoni giocose; lo sviluppo delle capacità canore dal neonato all’adolescente e la loro importanza sulla crescita individuale.
Nella seconda parte del manuale vengono descritte le possibili applicazioni della voce e del canto nella clinica e nei contesti socio-educativi.
Dal capitolo 8 al capitolo 10 si parla della voce in psicoterapia. L’ottavo capitolo descrive gli approcci psicoterapeutici che trattano le disfonie, in particolare la psicoterapia comportamentale di Butcher e al.; nel capitolo nono si parla dei modelli che inseriscono le tecniche vocali nel trattamento dei problemi psicologici, concentrandosi sulla Psicoterapia vocale di Diane Austin; infine, il decimo capitolo, scritto a due mani con Giuseppe Rizzi coordinatore della sede di Padova della Scuola Europea di Psicoterapia Funzionale, espone in maniera dettagliata il Neofunzionalismo di Rispoli, un approccio integrato che interviene sull’individuo a 360 gradi.
L’undicesimo capitolo è rivolto ai cantanti e agli insegnanti di canto, sottolinea come alcune tecniche psicologiche, in particolare la Mindfulness (paragrafo scritto da Luca Rizzi), possano migliorare le prestazioni del cantante, ridurre l’ansia da palcoscenico e migliorare il rapporto allievo-insegnante.
Infine, gli ultimi due capitoli parlano della canto-terapia. Il dodicesimo descrive i modelli esistenti, soffermandosi in modo esaustivo sulla Voice Movement Therapy di Paul Newham, il Relational Singing Model di Meini e Guiot e sull’uso del canto corale; mentre l’ultimo capitolo descrive le applicazioni della canto-terapia, dalla demenza alla perinatalità, dalle balbuzie al russare notturno.
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