“La voce è un potenziale dell’essere, è il legame non troppo nascosto tra il mondo esterno e il nostro mondo interno.”
(Marco Galignano)
La voce può essere vista, compresa e studiata da quattro punti di vista:
1. Livello cognitivo: la percezione che abbiamo della nostra voce, il valore che le diamo, le parole e il linguaggio che utilizziamo per farci capire e trasmettere agli altri i nostri pensieri, ovvero il modo razionale per esteriorizzarli e trasmetterli al mondo.
2. Livello emotivo: Celebntano cantava “l’emozione non ha voce”, invece la voce ne ha molte: la voce può essere sommessa e triste, squillante e gioiosa o impassibile se non vogliamo far trapelare nulla.
3. Livello posturale: la postura, il movimento e la gestualità accompagnano ciò di cui stiamo parlando o ciò che stiamo cantando, e viceversa la nostra voce cambia se muoviamo la testa in su o in giù, se siamo seduti o in piedi, se apriamo le braccia o ci chiudiamo. Ne sono un esempio recenti studi sulla gestualità più efficace nel canto.
4. Livello fisiologico: la voce è il prodotto del passaggio dell’aria attraverso le nostre corde vocali e del lavoro di molti più muscoli di quelli che possiamo immaginare che vanno da quelli che mettono in moto il processo di respirazione, a quelli laringei. Agenti atmosferici e virali possono fare ammalare la nostra voce, rendendola rauca, colpendo la laringe, i bronchi o i polmoni.
La voce è nel corpo, la voce è il corpo, ma non è semplicemente la somma di questi quattro livelli. Nonostante tutti alla nascita presentiamo lo stesso corredo pneumo-fono-articolatorio adeguato per l’emissione vocale, ci sono già in parte delle differenze anatomiche nella lunghezza delle corde vocali, nella conformazione della laringe, ecc, che determinano un timbro preciso e unico; ma la nostra voce è influenzata anche dall’ambiente, in particolare dai modi di parlare delle persone che ci circondano, dalle voci affettive che influenzano le nostre inflessioni vocali e l’intensità del suono oltre che la pronuncia.
La voce si esprime in modo diverso nei vari contesti: è ferma e decisa se dobbiamo essere assertivi, calma e tenue se dobbiamo essere dolci, acuta e squillante se ridiamo e siamo contenti. La voce dovrebbe essere integrata in tutti i nostri funzionamenti, capacità e modi di comunicare. Ma purtroppo non sempre è così. A volte la vita ci costringe a trattenere le risate, a parlare a bassa voce per non essere uditi, urlare per poterci imporre; tratteniamo la voce per paura, nascondiamo la tenerezza per paura di essere percepiti come fragili. In primis è la respirazione che si altera, e un respiro bloccato, toracico o veloce produce una voce tenue, trattenuta e agitata. Noi siamo la nostra voce, e la nostra voce parla di noi. I vissuti negativi possono renderla monotona, fredda, noiosa o scostante.
Chi lavora e insegna ai professionisti della voce (es. logopedisti e insegnanti di canto) non può prescindere dal conoscere un po’ di psicologia e considerare la persona che sta dietro alla voce in tutta la sua complessità.
Inoltre perché la nostra voce si esprima al meglio, il nostro corpo deve essere in salute: non si può parcellizzare l’individuo in piccole entità separate, parlare della voce come singola funzione è importante ma senza dimenticare l’organismo intero di cui fa parte. E come dimostrato da molte ricerche, il nostro organismo si ammala se vive in un ambiente malsano, sia un punto di vista fisico che relazionale.
La voce è una funzione importante su cui lavorare non solo in ambito musicale e logopedico, ma anche psicoterapeutico.
Usare la voce è anche una forma di autopercezione, un modo di sentirsi e di conoscersi attraverso l’udito, attraverso le vibrazioni e altre sensazioni che produce dentro di noi; infatti, le prime forme di vocalizzazione nascono con azioni di auto-stimolazione, senza nessuno scopo estetico o comunicativo, cosa che avviene più tardi nello sviluppo. Quindi le tecniche sulla voce aumentano la consapevolezza di sé.
Tutti conoscono gli effetti benefici che il canto ha sull’organismo. Cantare è rilassante, quando siamo felici cantiamo, oppure ascoltiamo musica e cantiamo quando siamo tristi per farcela passare. Giocare con la voce, sperimentarsi attraverso il canto, il teatro, le imitazioni, è una possibilità di ripristinare il benessere. Se è vero che le relazioni possono essere la causa di un disagio e creare problemi vocali, è vero anche il processo inverso: educhiamo la nostra voce per curare il disagio e cambiare il nostro modo di relazionarci col mondo.
La voce e il canto sono potenti strumenti terapeutici. Puoi scoprirlo anche leggendo il manuale.
Riferimenti:
Galignano M. (2013), “Pedagogia e scienza della voce”, Omega Edizioni.
Foto di Francesca Galvani
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