“Ogni malattia ha questa qualità aliena, una sensazione di invasione e di perdita di controllo che è evidente nel linguaggio che usiamo nel descriverla.”
(Siri Hustvedt)
Nonostante i progressi della scienza, e nonostante le conoscenze che ci indicano, ad esempio, di evitare una dieta ricca di grassi perché è dannosa per il sistema cardiocircolatorio, non siamo in grado non solo di evitare e difenderci dalle malattie ma nemmeno di spiegare la ragione della loro esistenza.
Se consideriamo ogni dettaglio del nostro corpo, le strutture di cui esso è costituito sembrano perfette: ad esempio le ossa hanno una forma dotata di flessibilità ma anche di resistenza, i reni artificiali sono grossi quanto un frigorifero ma non sono dotati della medesima funzionalità di quelli umani, e ancora nessun computer codifica così velocemente le informazioni quanto un cervello. Si potrebbe andare avanti con gli esempi, ma non mancano però i punti deboli. Ad esempio perché esistono la miopia e le allergie? Perché esiste la nausea durante la gravidanza? E a livello comportamentale perché non siamo attratti da cereali e verdure ma piuttosto da cibo che ci può far male?
Per comprendere in fondo tutto questo occorre risalire alle cause evolutive delle malattie, ovvero perché l’essere umano sia, di solito, più soggetto ad alcune malattie che ad altre e perché alcune parti del corpo siano maggiormente predisposte ad un malfunzionamento. Esistono, infatti cause prossime, che descrivono i motivi anatomici, fisiologici, biochimici e comportamentali di una patologia, e cause distali, ovvero di tipo evoluzionistico; entrambe le spiegazioni sono necessarie per capire l’origine delle malattie. Le une rispondo a domande riguardanti le strutture e i meccanismi, le altre a domande relative alle funzioni di una struttura e alle sue origini.
Da un punto di vista evoluzionistico esistono sei spiegazioni sulle cause delle malattie:
1. Difesa: le difese non spiegano le malattie ma ne sono spesso dei segnali, ed eliminarle non fa scomparire la malattia ma, al contrario, può provocarne un peggioramento. Pensiamo all’utilità della tosse, risultato di un complesso meccanismo per espellere materiale estraneo dal tratto respiratorio: quando si tossisce i muscoli del diaframma, del petto e della trachea spingono il muco fino in gola dove può essere espulso o finire nello stomaco dove verrà distrutto dagli acidi. Si tratta quindi di una risposta adeguata ad un problema (es. bronchite o polmonite).
2. Infezione: i virus e i batteri sono parassiti del nostro organismo. Se è vero che il nostro corpo ha sviluppato strategie difensive per combatterli, è anche vero che questi organismi si comportano nello stesso modo per la propria sopravvivenza, perciò il risultato è una continua corsa agli armamenti da entrambe le parti.
3. Nuovi ambienti: la maggior parte delle malattie moderne, come la diffusione quelle cardiache o i tumori, è il risultato di alimentazioni ricche di grasso, dell’assunzione di droghe, delle luci artificiali e di altre innovazioni portate dal progresso che il nostro organismo, evolutosi in contesti completamente diversi, come la savana, si trova impreparato ad affrontare.
4. Geni: molti geni portatori di malattie erano innocui nell’ambiente primitivo in cui l’essere umano si è evoluto. Ad esempi i geni che causano la miopia hanno cominciato a dare problemi solo nella società moderna in cui i bambini utilizzano troppo gli occhi per vedere da vicino sin dai primi anni di vita. Non essendosi manifestati problematici durante la vita nella savana questi geni non sono stati soggetti alla selezione naturale.
5. Compromessi di progettazione: spesso apparenti difetti di progettazione non sono errori ma compromessi, ad esempio un cambiamento strutturale come la possibilità di camminare eretti ci ha maggiormente predisposto al mal di schiena, perciò spesso la predisposizione ad una malattia nasconde un beneficio in termini evoluzionistici.
6. Strascichi evolutivi: l’evoluzione non può fare grandi salti ma solo piccoli passi che producano vantaggi immediati. Il progresso odierno è troppo veloce perché i meccanismi della selezione naturale vadano di pari passo.
Una prospettiva evoluzionistica, integrata all’individuazione delle cause prossime nell’ambito medico e scientifico, potrebbe quindi essere utile a comprendere e guarire efficacemente le malattie.
Riferimenti bibliografici:
Comparini A., Costa S. (2000) “Guida alla Psicologia Evoluzionistica; fondamenti e principali implicazioni”, Unipress.
Nesse R. M., Williams G.C. (1999) “Perchè ci ammaliamo?”. Grandi Edizioni Einaudi.
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