“Quando il sesso era misterioso aveva un certo fascino che ora non ha più. I nostri antenati amavano donne che portavano sei paia di mutande e destavano passioni che oggi non suscitano più”
(Eugenio Montale)
La disfunzione erettile è definita come l’incapacità a raggiungere e/o mantenere un’erezione sufficiente per avere un rapporto sessuale soddisfacente. Spesso il sintomo è determinato da una patologia organica, altre volte può essere l’espressione di un disturbo intrapsichico (ansia, depressione, ecc.) o relazionale. A volte può sussistere una concomitanza di tutte queste cause.
Occorre innanzitutto chiedere al paziente se la difficoltà è nell’ottenere o nel mantenere l’erezione. Nel primo caso ci potrebbe anche essere un problema arterioso. Nel secondo caso le arterie possono avere una compliance ridotta; i muscoli lombo-sacrali possono richiedere sangue per lo sforzo fisico e se le arterie non sono particolarmente capaci il pene può perdere l’erezione, oppure il deficit erettile può essere causato da una fuga venosa. L’impedimento del riflesso erettivo può essere conseguente ad un’insufficiente pressione arteriosa nei corpi cavernosi dovuti ad ansia.
In secondo luogo bisogna distinguere tra impotenza primaria o secondaria: nel primo caso il problema è presente da sempre, mentre nel secondo caso di manifesta in seguito ad un periodo di normale funzionamento.
Qualunque patologia (vascolare, cavernosa, alterazioni ormonali, malattie sistemiche) può portare a deficit erettili. E’ un sintomo, non è una malattia di per sé.
Tra i maggiori fattori di rischio sono presenti:
• Sindromi metaboliche: obesità, diabete, ipertensione, displidemia, insulino-resistenza che portano ad un disturbo vascolare.
• Cardiopatie: la disfunzione erettile si manifesta prima del resto nel 40% dei pazienti.
• Fumo: la nicotina ha un’azione vasocostrittrice.
Non devono essere trascurate nemmeno le patologie pregresse, anche quelle psichiatriche, e l’impiego di farmaci. A volte i pazienti a volte ignorano il problema per adattamento o lo considerano una funzione collegata all’età, cosa che non è sempre vera. L’andropausa è solo un atteggiamento culturale. Prima occorre fare un’anamnesi in cui comprendere la fisiologia dell’erezione. Nella fase rem c’è sempre un’erezione non legata a sogni erotici ma si tratta di un riflesso. E’ importante verificare se le polluzioni notturne avvengono per capire se sono presenti patologie organiche, se sono presenti le polluzioni notturne è più un problema psicologico. Bisogna quindi misurare le polluzioni notturne perché è l’unico modo per valutare il funzionamento del sistema nervoso autonomo.
Ecco le possibili cause psicologiche:
1-L’esperienza sensoriale è determinante ma spesso queste fobie non vengono comunicate per paura di mancanza di rispetto.
2- Disturbi psicologici. Gli studi epidemiologici hanno evidenziato la presenza di vari fattori coinvolti nei disturbi emotivi, come gli stati depressivi, una bassa autostima, l’ansia e lo stress.I giovani adulti colpiti da questo disturbo risultano meno soddisfatti della propria vita relazionale, presentano maggiori sintomi depressivi, una minore soddisfazione nel lavoro e riferiscono relazioni conflittuali con la partner. Nella disfunzione erettile secondaria è necessario accertare quali variabili situazionali siano in grado di attivare e mantenere il sintomo. Può trattarsi della paura dell’insuccesso, di essere abbandonato o di non essere amato dalla partner, dall’incapacità di lasciarsi andare o da una ridotta sensazione soggettiva di eccitazione. Anche l’alessitimia, ovvero l’incapacità di identificare e a comunicare le proprie emozioni, può essere una causa del disturbo. Le esperienze alterate sono le sensazioni e il contatto, soprattutto il contatto come contatto puro, senza scopo. Altra esperienza alterata è la condivisione. Non si condivide il piacere, si cerca di sentire il piacere da soli, si fanno degli sforzi e normalmente, poiché l’orgasmo non arriva e l’eccitazione va via, si cerca di fare sempre più cose (iperattività), si cerca di immaginare cose eccitanti, si fa fatica anche fisica e si perde ancora di più l’eccitazione. E’ importante sapere che l’eccitazione si può perdere normalmente, ma basta allentare il controllo, ritrovare il contatto e la condivisione e ritorna, forse anche più piacevole, con un andamento che può essere ondulatorio e può arricchire, allungare i tempi del piacere e farlo crescere.
3- Relazioni di coppia. Per quanto riguarda l’influenza delle relazioni di coppia, la mancata conoscenza delle preferenze sessuali della partner e il timore di non avere una buona performance possono portare ad un senso di inadeguatezza e di insoddisfazione reciproca, tanto da tradursi in un deficit vero e proprio. L’ansia da prestazione, in particolare se accresciuta dall’atteggiamento della partner, è spesso la causa immediata dell’impotenza. La disfunzione può anche insorgere nel momento in cui la partner femminile ha un forte avanzamento di carriera e guadagna più dell’altro: questi può dirsi contento ma al tempo stesso mettere in atto dei meccanismi di sconferma e attirare l’attenzione su di sé attraverso il sintomo di cui non si sente responsabile.
Riferimenti:
Jannini E. A., Lenzi A., Maggi M. “Sessuologia Medica: trattato di psicosessuologia e medicina della sessulità”, edizioni Elsevier s.r.l., 2007.
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