“Ogni stress lascia una cicatrice indelebile, e l’organismo paga per la sua sopravvivenza dopo una situazione stressante, diventando un po’ più vecchio”
(Hans Selye)
Nell’ultimo secolo, grazie alle numerose scoperte in ambito medico e scientifico, sono notevolmente cambiate le patologie che destano la nostra preoccupazione. Una volta si trattava di patologie legate alla scarsa igiene, alla denutrizione o a virus e batteri sconosciuti; d’altro canto le malattie più diffuse attualmente erano sconosciute ai nostri nonni. Le malattie oggi sono lente, progressive e legate, a volte, anche ai processi d’invecchiamento dell’organismo, come i tumori e le cardiopatie.
L’evoluzione della medicina ha permesso di individuare nello stress, e quindi nell’intrecciarsi di cause biologiche, sociali e psicologiche, la causa di molte malattie degenerative e da accumulo di danni: anche una forte e intollerabile emozione può contribuire all’insorgere di varie patologie!
Ma come avviene tutto questo?
- Stress psicologico.Gli eventi che noi esseri umani consideriamo stressanti sono completamente diversi da quelli che considererebbero tali gli animali, ben più preoccupati dalla ricerca del cibo e dalla fuga dai predatori. Le risposte fisiologiche di fronte a questi eventi sono adatte a gestire le emergenze e richiedono un’immediata reazione dell’organismo. Al contrario le situazioni stressanti per l’uomo al giorno d’oggi sono per lo più di natura psicologica. La differenza è evidente: nel caso degli animali la risposta da stress è acuta e si risolve in fretta, mentre le preoccupazioni rispetto a situazioni stressanti che persistono (nella realtà o nella nostra testa) attivano lo stesso meccanismo fisiologico con il rischio di cronicizzarsi e di portare a conseguenze dannose.
- L’aspettativa crea stress. Ogni evento esterno che viene percepito come stressante fa perdere a un qualsiasi organismo l’equilibrio omeostatico, ma la risposta fisiologica e comportamentale sana consente di ripristinare questo equilibrio. Nell’uomo però uno stressor può essere anche costituito dal semplice pensiero che un evento negativo si stia per presentare e in questo caso non è possibile catalizzare una reazione adeguata, perché l’evento esterno ancora non esiste, e si possono manifestare ansia, paranoia,ecc. Questa è stata una delle scoperte più importanti di Hans Selye, studioso dell’endocrinologia.
- Risposte inadatte all’ambiente. Durante uno stress si riducono la crescita e la riparazione dei tessuti, gli impulsi sessuali diminuiscono, la percezione del dolore è ridotta, la memoria e la concentrazione migliorano. Si tratta di risposte adattative fondamentali di fronte ad un pericolo e in qualsiasi altra situazione di emergenza, ma che non sono adatte a gestire preoccupazioni rispetto ad eventi che devono ancora accadere.
- Stress buono e stress cattivo. Selye aveva suddiviso la risposta allo stress in tre fasi: la fase di allarme in cui un evento esterno viene osservato e percepito come stressor; lo stadio di adattamento in cui si attiva la reazione fisiologica allo stress per il ripristino dell’equilibrio interno; nella fase finale sopraggiunge la malattia da stress a causa dell’esaurimento degli ormoni secreti. In realtà si è successivamente scoperto che gli ormoni non si esauriscono, ma la risposta fisiologica allo stress può essere dannosa se perdura nel tempo quando lo stressor non è più presente o quando esso è di natura puramente psicologica. Quindi quando si parla di disturbi da stress si fa riferimento a disturbi da risposte eccessive allo stress. Non è esatto affermare che lo stress determina le malattie ma può potenzialmente farci ammalare o aumentare il rischio di malattie. Inoltre è vero che di fronte a stressor cronici e ripetuti solo alcune persone si ammalano.
Hans Selye ha individuato una sindrome aspecifica, uno stato di stress come reazione generica dell’organismo quando contrae malattie.
Esistono due forme di stress che fanno rispettivamente parte del sistema della salute e di quello della malattia:
- Stress acuto: la persona riceve una forte sollecitazione psicofisica di fronte ad un evento stressante che la mette in grado di intervenire e risolvere problemi urgenti, una risposta, quindi, adattativa.
- Stress cronico o distress: lo stress acuto può divenire cronico anche in base a come gli eventi vengono assorbiti dal filtro funzionale. Esperienze negative pregresse possono far percepire l’evento ordinario come allarmante, perciò lo stress può protrarsi più a lungo del necessario e cronicizzarsi, e l’organismo reagisce come se all’esterno permanessero segnali di pericolo. E’ l’intero organismo ad ammalarsi nella sua complessità.
Foto di Francesca Galvani
Riferimenti bibliografici:
-Rispoli L. “Esperienze di Base e Sviluppo del Sé- L’evolutiva nella Psicoterapia Funzionale”, Franco Angeli, 2004.
-Sapolsky R. M. “Perchè alle zebre non viene l’ulcera? La più istruttiva e divertente guida allo stress e alle malattie che produce. Con tutte le soluzioni per vincerlo”, Orme Editori, 2004.
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