“Il corpo, se lo si tratta bene, può durare tutta la vita.”
(Noel Clarasó)
I problemi legati alle ferite sono più semplici di quelli connessi alle malattie infettive, ma hanno comunque una complessità da comprendere. Alcuni pericoli, come l’essere colpiti da un meteorite, sono così rari che la nostra specie non ha evoluto alcuna difesa per opporvisi: i danni che possono provocare questi eventi imprevisti possono essere riparati solo grazie a meccanismi più generali. Altri, come l’esposizione ad alti livelli di raggi gamma, sono nuovi, legati a recenti scoperte scientifiche, perciò il nostro organismo non ha avuto il tempo di evolvere per fornire risposte adeguate. Altri pericoli, come l’annegamento o l’attacco dei predatori, si sono presentati abbastanza spesso, così la selezione naturale ha forgiato dei meccanismi specifici per affrontarli.
Prendiamo come esempio un evento piuttosto frequente: afferrare il manico della caffettiera senza, sbadatamente, aver utilizzato uno strofinaccio: un forte dolore ed una bella bruciatura!
1. Dolore. Il dolore e la paura del dolore sono utili e le persone che non li provano sono fortemente svantaggiate, infatti gli individui che, per qualche anomalia, non li provano, muoiono giovani. Si tratta di strumenti che il nostro corpo ci offre per tenerci lontani dal pericolo. Il dolore ci segnala che i tessuti sono stati danneggiati e ci induce a cessare altre attività per fermare il danno. La paura ci avverte che la situazione potrebbe essere pericolosa e che quindi è opportuna la fuga. Bloccare la paura e il dolore senza eliminare le cause sarebbe pertanto pericoloso perché potrebbe peggiorare la situazione.
2. Ragionamento e prevedibilità. Ci sono alcune cose che ci spaventano immediatamente a livello istintivo, come i ragni e i serpenti, perché a livello evoluzionistico questo è servito a proteggerci. Si tratta di un condizionamento semplice, ma noi esseri umani disponiamo anche di adattamenti più sottili che coinvolgono le nostre capacità di comunicare, ricordare e ragionare. Ad esempio gli automobilisti sanno che guidare ad alta velocità su una strada ghiacciata di montagna può essere pericoloso, anche se non hanno mai visto un incidente causato dal ghiaccio. Grazie all’apprendimento si riescono anche ad evitare pericoli che non si percepiscono, come la diossina. L’abilità di prevedere i pericoli ci consente di evitarli e di non creare inutili fobie. Se vediamo qualcuno prendere la scossa mentre indossa delle bretelle e giocherella con l’impianto elettrico, deduciamo che la causa è l’impianto elettrico, e non le bretelle!
3. Meccanismi fisiologici di riparazione. Quando però il danno è già avvenuto, le ferite mettono in moto una serie di meccanismi per ripararlo. Le piastrine secernono fattori di coagulazione che bloccano l’emorragia, altre cellule secernono un gruppo di sostanze che provocano l’infiammazione ostacolando i batteri invasori. Contemporaneamente si mette in moto anche il sistema immunitario per combatter l’infezione e il danno viene riparato. Per quanto riguarda le bruciature il calore causa un dolore intenso perché le cellule formano una massa di proteine denaturate. Nelle piccole bruciature il danno si risolve in fretta ma le ustioni distruggono le cellule che sintetizzano nuova epidermide e quindi ci vuole un tempo maggiore per consentire a cellule nuove di crescere. Probabilmente le nostre capacità di reagire alle bruciature si sono evolute grazie al nostro legame millenario col fuoco. I danni più gravi da radiazione, invece, provengono dal sole. Le razze con la pelle scura hanno una difesa fondamentale: la melanina, un pigmento dell’epidermide che protegge i tessuti facendo loro ombra, ma poche generazioni lontane dal sole sono sufficienti a far cessare alla pelle di produrre questo pigmento. Per chi ha la carnagione chiara il sole può causare scottature, ma questo non serve a tenerci lontani dalla voglia di tintarella; sarebbe meglio adottare un’esposizione graduale perché il processo di guarigione può essere lungo e poche scottature gravi possono aumentare il rischio che anni o decenni dopo si sviluppi un cancro alla pelle, anche se tutt’ora non è chiaro attraverso quali meccanismi i raggi ultravioletti possano danneggiare il sistema immunitario.
Riferimenti bibliografici:
Comparini A., Costa S. (2000) “Guida alla Psicologia Evoluzionistica; fondamenti e principali implicazioni”, Unipress.
Nesse R. M., Williams G.C. (1999) “Perchè ci ammaliamo?”.
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