La dispareunia: un dolore dall’eziologia multifattoriale

“Ci sono dolori che hanno perduto la memoria e non ricordano perché sono dolori.”
(Antonio Porchia)

La dispareunia può essere definita come la presenza persistente o ricorrente della sensazione di dolore durante la penetrazione. Essa colpisce il 12-15% di donne in età fertile e fino al 45% di quelle in post menopausa.
Durante il rapporto sessuale, in momenti differenti della relazione oppure con partner diversi, alcune donne provano un dolore fisico. Il dolore è raccontato in modi variabili da persona a persona: bruciore, fastidio, fitte acute all’inizio della penetrazione, contrazioni dolorose durante il movimento. La ripetuta esperienza di dolore genitale durante il coito può causare l’evitamento dell’attività sessuale, la compromissione delle relazioni sessuali esistenti o la limitazione di nuove relazioni. La dispareunia è spesso accompagnata da bassi livelli di desiderio. da una scarsa eccitazione e gli orgasmi da stimolazione senza penetrazione sono rari. La paura che il rapporto sessuale sia inevitabilmente doloroso, nonché il fatto di sentirsi usata da parte della donna, crea un risentimento che preclude l’elaborazione degli stimoli da parte del cervello limbico.
L’eziologia può essere: multifattoriale con la co-presenza di fattori biologici, psicosessuali e relazionali; multisistemica con l’interazione di sistemi quali il sistema nervoso centrale e periferico, endocrino, immunitario, vascolare e muscolare; complessa, nel senso che la risultante funzionale e di vissuto complessivo è maggiore della somma delle singole parti, biologiche, psicosessuali e relazionali. In relazione alla sede del dolore si distinguono tre tipi di dispareunia: introitale o superficiale, mediovaginale e profonda.

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Possono essere presenti cause fisiche della dispareunia nella donna: vaginismo o spasmo dei muscoli vaginale della donna con dolore alla penetrazione; infezioni e irritazioni dei genitali esterni; infezioni e irritazioni della vagina; fimosi clitoridea, ovvero dolore alla stimolazione clitoridea; imene imperforato, imene rigido, lembi doloranti all’imene che provocano dolore durante la penetrazione; agenesia della vagina, ovvero dolore nel tentativo di entrare; danni ai genitali o agli organi riproduttivi o da trauma da parto(es. lacerazioni, prolasso uterino, cicatrici da episotomia); trauma chirurgico dei genitali, ad es. cicatrici da isterectomia; patologie pelviche: dolore a una penetrazione profonda, es. gravidanza ectopica(extrauterina), endometriosi, tumore.
La dispareunia, come dolore durante il coito, si può trovare anche nei maschi. Anche in questo caso può essere provocata da patologie organiche: spasmo dei muscoli genitali; infezioni e irritazioni della pelle del pene; cancro al pene; disfunzioni dovute ad alterazioni anatomiche del pene; infezioni e ingrossamento della prostata; infezioni delle vescicole seminali; torsione al cordone spermatico; disturbi scheletrici o muscolari delle pelvi.; disturbi cardiovascolari o respiratori; mal di testa post-eiaculazione.
Esiste la dispareunia introitale, può essere causata da vestibolite o infezioni, traumi chirurgici, cause ginecologiche o urologiche più complesse quando è profonda. Anche le cisti possono provocare questi dolori definiti anche Chronic Pelvic Pain Without Obvious Patology. L’imene contorna l’osteovaginale, molto elastico. In alcuni casi può impedire il coito per eccessivo dolore o perché è così spesso che deve essere rimosso chirurgicamente. A volte anche una marcata secchezza vaginale può associarsi a dolore durante il rapporto causando, quindi, dispareunia introitale. Traumi da parto possono provocare dolore. Anche l’utilizzo di forcipe e altri mezzi può provocare lesioni.
A livello diagnostico deve essere definito per ogni paziente: il tempo d’insorgenza primario o acquisito; la relazione tra sintomo e contesto, quindi, generalizzato o situazionale; l’eziologia organica, psicogena, mista o sconosciuta; il livello di stress emotivo associato al disturbo.
Ogni dolore deve essere indagato in modo da comprenderne il significato fisico e simbolico e, nello stesso tempo, capire cosa questo dolore porti nel rapporto sessuale e nella relazione di coppia. Spesso il fastidio può segnalare al partner che non sono state eseguite le attività desiderate. Il dolore può anche esprimere una conflittualità nascosta verso il partner, rivelare rabbia e ostilità. In genere, pur essendo la sensazione dolorosa molto diversa da donna a donna, il trattamento della dispareunia comporta alcune attività di base che la donna o la coppia possono svolgere con la consulenza dello psicoterapeuta: apprendimento delle conoscenze anatomiche e fisiologiche relative all’apparato sessuale, desensibilizzazione alla penetrazione con la costruzione di fantasie positive, ricordo di esperienze positive. E’ importante capire se la donna con dispareunia abbia subito un evento traumatico, se si verifichi una mancanza di eccitazione, se la coppia stia attraversando un periodo di crisi e tensione. In psicoterapia il dolore viene messo in relazione con una causa ed è questo che permette di andare a modificare l’eccitazione, la relazione, la modalità sessuale e l’autostima.
La terapia mansionale prevede molte prescrizioni relazionali: vivere momenti di coppia, aumentare la solidarietà nella gestione della casa e dei figli, ritornare al corteggiamento, ricavare tempo e spazio per la coppia, ecc. La terapia della dispareunia non potrà solo basarsi sulla rimozione del dolore, ma dovrà tenere conto della rottura del ciclo emotivo, dell’assenza degli stimoli e del proprio schema mentale. Come tutti i casi di dolore cronico, ha delle componenti emotive e affettive non trascurabili per cui, talvolta, anche eliminando la causa fisica, il dolore può persistere. Ciò dovrebbe indurre il ginecologo ad avvalersi preventivamente della consulenza o della compresenza dello psicologo.

Riferimenti:
Jannini E. A., Lenzi A., Maggi M. “Sessuologia Medica: trattato di psicosessuologia e medicina della sessulità”, edizioni Elsevier s.r.l., 2007.

Psicologa Padova - Francesca GalvaniLa dispareunia: un dolore dall’eziologia multifattoriale

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